Tutto converge verso il free to play
Di Elvezio SciallisPiù passa il tempo più si aggiungono voci concordi alle impressioni generali sul futuro dell’industria videoludica che avevamo già riportato qualche tempo fa in due occasioni diverse.
Sono nel frattempo usciti anche gli interventi di Tim Sweeney, CEO di Epic Games e vari ottimi articoli nella blogosfera italiana e straniera con analisi e previsioni che sembrano tutte convergere verso una predizione comune: il futuro del gaming sarà principalmente composto da free to play.
I motivi sono diversi ma sostanzialmente il principale è più o meno quello che sta penalizzando molti tipi di industria, a quelle vicine ai videogames (musica, cinema…) ad altre di vario tipo: i costi per sviluppare i blockbuster hanno da tempo oltrepassato il limite della convenienza economica.
Stipendiare centinaia di artisti e programmatori per anni, investire somme enormi in pubblicità e marketing per poi arrivare al momento della scommessa finale che può tramutarsi anche in catastrofe (con un intervallo, sia per quanto riguarda i videogiochi che gli album che i film, di poche settimane per riuscire a vendere prima che arrivi qualche altro titolo a monopolizzare l’interesse del pubblico) è diventato semplicemente un modello non più conveniente.
Siamo arrivati al punto che videogiochi che vendono più di un milione di copie (!!!) vengono considerati degli insuccessi in quanto il pareggio era fissato a tre milioni di copie e la crisi di questo tipo di sviluppo comincia a farsi sentire sempre più velocemente: falliscono nomi famosi che hanno prodotto titoli di successo (38 Studios e Radical Entertainment) e ci sono movimenti azionari che provocheranno più di un subbuglio (Vivendi che, probabilmente, intende cedere 8 miliardi di dollari di azioni di Activision/Blizzard, poco tempo dopo la release di un gioco, Diablo III, che dopo più di dieci anni di attesa sta scontentando moltissimi giocatori) e il futuro è molto incerto.
In mezzo a questa incertezza, guardando al crescente numero di pareri convergenti e alle infografiche più diffuse, sembra di intravedere sempre di più alcune possibili linee di sviluppo: free to play, social gaming, dlc e giochi per mobile.
Dovendo aggiungere una nota che sembra che altri non abbiano ancora toccato più di tanto, a noi pare che un tale cambiamento non sia necessariamente negativo e che possa portare anche, fra gli altri effetti, a un maggiore interesse nei confronti di produzioni indipendenti dai costi ridotti, giochi magari meno “prestigiosi” delle grandi produzioni ma con ogni probabilità più interessanti e innovativi. Staremo a vedere quanto accadrà con la prossima generazione di console…
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