39 Days to Mars è quel che ci vuole per una divertente pausa
Di Elvezio SciallisPhilip Buchanan, unico sviluppatore di 39 Days to Mars, definisce il suo gioco in due maniere differenti che ci permettono di comprenderne a fondo alcuni aspetti.
Prima di tutto afferma che a 39 Days to Mars è un “co-operative steampunk survival-adventure game”, e fin qui tutto bene: l’immaginario steampunk è ormai solidamente radicato e fornisce spesso una ottima cornice estetica, qui rafforzata dagli ottimi disegni e monocromie, senza contare quello che a me sembra il reale punto di forza del gioco, ovvero una colonna sonora realizzata al pianoforte che regala una strana sensazione di quiete mentre si vaga nello spazio.
E per vagare intendo “aggirarsi disperati tentando di far funzionare una navicella spaziale tenuta insieme con la colla e lo spago”, visto che 39 Days to Mars è ambientato nel 1876 e vi mette nei panni di due “astronauti”, Sir Albert Wickes e The Right Honourable Clarence Baxter che devono pilotare la HMS Fearful fino a Marte ma non sembrano molto preparati per la missione.
Dovrete quindi gestire parecchi problemi pratici (finisci il carbone per produrre vapore, il computer di bordo sembra avere un virus e così via…) senza dimenticarvi di nutrire e far riposare e divertire i due, potrebbe non essere così semplice come sembra.
L’altra definizione che Buchanan ci regala è “a coffee-break game”: le missioni durano una ventina di minuti circa e sono divise in giorni, ciò rende 39 Days to Mars il gioco ideale per chi vuole fare una pausa di cinque minuti dal lavoro o dallo studio, senza impegnarsi troppo in quest avventurose che portano via intere ore o pressanti sessioni online nelle quali non potete abbandonare i vostri compagni di gioco.
39 Days to Mars ha felicemente superato la fase Kickstarter ed è ora in Greenlight, eccovi il blog dell’autore e un trailer.
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