Amy: torna (e delude) il survival horror
Di Elvezio SciallisFin dai primi annunci sui media, parecchio tempo fa, le aspettative per Amy, il survival horror creato da Vector Cell, erano piuttosto alte.
In tempi di abbondanza di zombie e ogni altro tipo di morto vivente sugli schermi cinematografici non è, stranamente, facile trovare titoli decenti nel mercato dei videogiochi e la meccanica peculiare proposta dagli sviluppatori faceva ben sperare.
L’ambientazione è spostata in un futuro prossimo non meglio identificato e la storia segue due personaggi che lavorano in simbiosi anche se coi comandi ne gestiamo solo uno: Lana, una donna che accompagna una taciturna bambina di nome Amy.
Le due sono fuggite da un misterioso istituto proprio poco prima di una terribile epidemia che riduce gli esseri umani a mostri simili a zombie e la bambina sembra essere la chiave di tutta la situazione di crisi. Dotata di non molto precisati poteri, Amy riesce ad annullare gli effetti della malattia con la sua mera presenza e Lana, anche lei purtroppo infetta, non dovrà quindi perdere di vista la bambina, pena il trasformarsi irrimediabilmente in uno zombie.
Come vedete, il progetto sulla carta ha ottime potenzialità: Lana è la classica eroina senza molte specializzazioni che si arrangia con ogni mezzo che trova a disposizione e Amy la potenzia di quando in quando grazie anche a strani simboli di potere che riesce a gestire tramite il suo Pad ma il tutto, tradotto quindi in azione per Xbox, PC e PS3, non sembra aver colto nel segno.
I principali siti e riviste che si occupano di videogame paiono concordi nell’assegnare voti mediocri a questo survival horror, vuoi per la cattiva gestione dei personaggi, vuoi per alcuni bug gravi frutto di mancate sessioni di testing e vuoi ancora per certe difficoltà nei salvataggi e falle logiche e concettuali sparse per tutto il gioco.
Un vero peccato, perché alcune atmosfere intraviste nei filmati e durante alcune sedute di gioco sembravano comunque efficaci e perché c’è un forte bisogno di qualche nuova franchise che porti novità in un sottogenere avaro di emozioni forti e titoli longevi.
Può comunque valere la pena, per chi è davvero appassionato di epidemie e horror, tentare di giocare il tutto, visto anche il prezzo molto basso del titolo.
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