Angry Birds Rio: Continuiamo a lanciare uccellini arrabbiati a Rio De Janeiro!
Di Luca GrassiaDai, ammettiamolo: per vendere 10 milioni di copie, un gioco ormai, deve appartenere a quella stretta cerchia di brand milionari e pluripremiati che tutti conoscono (Call Of Duty e GTA in primis), dove giganteschi budget a disposizione delle società videoludiche hanno permesso a questi giochi di avere una giusta promozione e un innovativo sviluppo capitolo dopo capitolo. Con la comparsa dei dispositivi Apple, sono però cambiate le abitudini: infatti, molte persone hanno cambiato idea sul fatto di comprare una console portatile e il tempo e la cura che le aziende dedicano al gameplay sono molto maggiori rispetto al passato; certo, i prezzi sono quello che sono e se il totale di un gioco ci viene a costare più di 2,50 euro, lo consideriamo una grossa spesa, per il prodotto che ci viene offerto. Tutto questo parlare per presentarvi Angry Birds Rio, il nuovo terzo capitolo del famoso gioco di casa Rovio, che è stato presentato in questi giorni, con un trailer (manco fosse una nuova produzione di Hideo Kojima): beh, giustificabile, visti gli effetti dell’eco mediatica!
In passato avete dovuto scontrarvi con dei maiali abbastanza affamati, mentre in questo terzo capitolo sarete chiamati a Rio De Janeiro, a guidare dei pennuti combattenti che dovranno salvare due pappagalli Ara dalla cattività: Blu e Jewel (che saranno i protagonisti di una nuova pellicola della Fox, chiamata appunto Rio), attraverso la mossa che tutti conosciamo, ovvero quella di farsi lanciare da una fionda, contro gli ostacoli che incontrerete nei vari percorsi. Insomma, sarà come avere una squadra di piccoli uccellini kamikaze pronti a tutto pur di salvare i due cugini!
I movimenti dei pennuti sono molto realistici e viene mantenuto quel “senso di proprietà” che ormai è entrato nell’immaginario collettivo di tutti noi. I cambiamenti però dai titoli precedenti, si riscontrano subito negli sfondi paradisiaci brasiliani, come le foreste amazzoniche o le scimmiette da eliminare, che prenderanno il posto dei famosi maialini. Al di là del concetto di disintegrare gli ambienti, sono stati inseriti bonus speciali come alcuni frutti, che determineranno il punteggio accumulato. Da segnalare, il boss finale, che è sicuramente una novità dell’intera serie, visto che viene inserito nel gioco per la prima volta. Altri miglioramenti sono stati fatti a livello tecnico, decisamente più curato, mentre la grafica è rimasta in sostanza la stessa: forse si nota molto di più la vivacità e la brillantezza dei colori nei vari ambienti e influiscono positivamente sull’interfaccia grafica. Le varie classifiche online e i vari achievement con il Game Center, completano il quadro totale del titolo e aumentano la rigiocabilità del prodotto, che va ad aumentare anche grazie alla ricerca nei diversi 60 livelli delle classiche 3 stelline.
Dopo tre capitoli e milioni di copie scaricate legalmente da AppStore, Angry Birds inizia a soffrire un po’ della sindrome di eccessiva “spremitura” del marchio; non è l’unico titolo tra l’altro che affronta un problema simile, nella storia dei videogiochi. Il gioco resta il classico che è, ovvero un cult che regala sempre divertimento e originalità. Purtroppo l’effetto sorpresa sta svanendo e nonostante sia uno dei giochi da avere assolutamente, ogni nuovo capitolo può considerarsi come un estensione del precedente. Però per il prezzo di 0.79 centesimi e per gli aggiornamenti gratuiti offerti da Rovio, l’acquisto è obbligatorio per tutti.
Luca Grassia
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