Assassin’s Creed Rogue – il ritorno degli Assassini nell’ultimo capitolo pensato solo per le old-gen
Di Luca GrassiaAssassin’s Creed Rogue è stato l’ultimo titolo della saga di Ubisoft sviluppato esclusivamente per le console old-gen come PS3 e Xbox 360, e quindi risente dei “limiti” delle piattaforme e azzarda poco sul terreno delle novità. Eppure, il fascino della trama e dei personaggi lo rende ancora un gioco avvincente.
Il segreto della saga di Assassin’s Creed< dipende dall’unione di vari fattori, tra i quali probabilmente spicca la perfetta sintesi tra la Storia con la S maiuscola – e dunque, scenari realistici, avvenimenti memorabili ed evoluzioni cronologiche – con la storia e la trama creata per ogni nuovo capitolo. Ed è forse in questo secondo aspetto che risiede la pecca maggiore degli ultimi titoli lanciati dalla Ubisoft lo scorso anno, che non hanno innovato con forza (almeno secondo le aspettative dei giocatori) rispetto alle soluzioni proposte nei giochi precedenti. Resta comunque un dato di fatto: sono videogiochi assolutamente godibili e realizzati quasi alla perfezione, che continuano a regalare sorprese e ad appassionare chiunque decida di afferrare il joypad e lanciarsi in questo viaggio insieme agli Assassini. La recensione realizzata dal sito specializzato EveryEye, ad esempio, mette in evidenza gli aspetti positivi e quelli più critici di Assassin’s Creed Rogue, il titolo uscito alla fine del 2014 solo per le console di vecchia generazione, nel quale ci si può letteralmente imbarcare in una avventura nel Continente americano.
Navigazione sicura. Il 2014 è stato un anno particolarmente ricco per gli appassionati della saga di Ubisoft, che ha deciso di “sparare” addirittura due cartucce – probabilmente, gli ultimi veri colpi – per le piattaforme old gen come Xbox 360 e PlayStation 3: mentre infatti a Montreal si procedeva con lo sviluppo di Unity, la Ubisoft Sofia studiava (e lanciava a novembre) Assassin’s Creed: Rogue. L’idea alla base di questo titolo riprende da un lato i presupposti di Black Flag, puntando sulla storia dei Kenway, e dall’altro l’espediente già avanzato in Assassin’s Creed III, ovvero la scelta di un Templare come protagonista. Il punto di forza del gioco, infatti, sta nel personaggio di Shae Cormac, un Assassino che lentamente perde la sua fede nella Fratellanza e si muove verso il “lato oscuro”, in questo caso rappresentato dai Templari (e non dai Sith), tradendo dunque i suoi confratelli. Tutto questo lascia una sensazione di “fail safe”: Ubisoft ha deciso di non stravolgere un impianto ben oliato, ma di implementare il nucleo portante di Black Flag con l’introduzione di elementi in qualche modo recuperati da altri episodi, componendo in un effetto collage che non stupisce ma di sicuro non scontenta del tutto.
Un vecchio amico. L’impressione per chi ha già giocato ai precedenti titoli è di avere a che fare con qualcosa di “già noto”: eppure, Rogue non risulta mai monotono né pesante dal punto di vista narrativo, neanche nei lunghissimi viaggi via mare sulla Morrigan, la nave di Shay, vivacizzati dalla possibilità di distruggere o abbordare le altre navi vicine, che diventano il segno distintivo del gioco; i tratti sulla terraferma, invece, sono ridotti e la città di New York con i suoi sei quartieri (e le bande criminali contro cui lottare) è l’unica mappa esclusivamente “terrestre”. Non cambiano il gameplay (e non mancano le tipiche arrampicate) e neppure il combat system, sempre molto basilare e incline alle lotte di gruppo, con una componente stealth che però viene un po’ penalizzata dal sistema di movimento (a volte impreciso) e dalla intelligenza artificiale dei nemici, ripetitiva e prevedibile. Insomma, è Assassin’s Creed Rogue è un bel gioco che sa molto di dejà vu per quanti hanno già “consumato” i capitoli precedenti, ma che può offrire ore di divertimento a tutti i possessori di una console Ps3 o Xbox 360, nonché PC.
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