Beatbuddy:Tale of the Guardians e un diverso uso della musica
Di Elvezio SciallisBeat è una creatura strana ma simpatica. Ameboide, con un colorito azzurrognolo, se non tocchi i comandi dopo un po’ si mette a ballare per ammazzare il tempo e anche perché la musica in Beatbuddy:Tale of the Guardians è comunque al centro dell’azione.
Gli ibridi puzzle/action/adventure sono uno dei generi più in voga fra gli sviluppatori indie e in mezzo alle centinaia di titoli simili uno all’altro diventa sempre più importante distinguersi attraverso qualche trovata impossibile da trovare nella concorrenza.
E gli sviluppatori che lavorano a THREAKS hanno deciso di scommettere principalmente su tre elementi distinti: personaggi accattivanti, stupendi fondali dipinti a mano e una buona colonna sonora che il giocatore andrà a modellare e impiegare per risolvere i vari quadri.
Sì perché la musica non è solo elemento decorativo: bassi e batteria, quando attivati, faranno schizzare velocissimo il vostro Beat, così come i vari ritmi sono in grado di condizionare altri elementi del gameplay quali il movimento delle bolle d’aria dell’affascinante mondo marino nel quale si muove il protagonista.
Di gran livello le collaborazioni a questo titolo: troviamo infatti Austin Wintory (una nomination al Grammy, Journey PS3), Parov Stelar con Sabrepulse (Chime PS3) e la notissima scrittrice di videogiochi Rhianna Pratchett (Mirror’s Edge, Tomb Raider).
Più di 4 anni di lavoro e ora finalmente Beatbuddy:Tale of the Guardians tenterà la strada di Steam, a partire dal 6 agosto. Eccovi un gameplay trailer.
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