Blizzard banna migliaia di giocatori da Diablo III
Di Elvezio SciallisQuando forzi gli user di un single player game a rimanere collegati alla Rete con un online DRM per poter giocare e, allo stesso tempo, dai loro la possibilità di poter vendere gran parte degli oggetti ritrovati nelle quest e nei dungeon, ottenendo in cambio denaro vero, puoi star tranquillo che cominceranno a sorgere gravi problemi.
E Blizzard questa tipologia di problemi la conosce molto bene, visto che già con World of Warcraft ha avuto e ha tuttora a che fare con i cosiddetti “chinese farmers”, user che, o giocando attivamente come se fosse una sorta di lavoro o tramite hack e bot, raccolgono ingenti somme di denaro virtuale e oggetti rari per poi venderli ad altri giocatori in cambio di valuta reale.
Ora questa dinamica si è presentata anche su Diablo 3, con Blizzard che ha comunicato nel forum ufficiale di aver bannato parecchie migliaia di giocatori scoperti a usare delle botting hack e invitando chiunque noti dei comportamenti anomali a riportare il tutto alla casa madre.
Si tratta dell’ultimo in una lunga serie di problemi che sembra affliggere questo gioco, così tanto atteso e comprato al momento della sua uscita, quanto ormai poco giocato ora, a pochi mesi di distanza.
Fra gravi bug che permettevano sostanziale invincibilità a determinate classi, ritardi nello sviluppo del pvp e nell’uscita della versione per console, Blizzard si ritrova da tempo al centro di una bufera di critiche che diventa più forte a ogni passo falso da parte sua.
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