La serie A ai tempi del Covid e del Green Pass: com’è cambiato il calcio italiano

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Anche il mondo del calcio italiano è stato travolto dalla pandemia di Covid, che ha costretto società, calciatori e tifosi ad accettare numerosi cambiamenti negli ultimi due anni.

Dalla riduzione della capienza degli stadi, vera e propria bastonata per gli appassionati, all’ultima novità del Green Pass obbligatorio dal 15 ottobre 2021, l’intero mondo della Serie A si presenta oggi completamente diverso da quello che tutti conoscevamo prima del Covid.

Vediamo però nel dettaglio cosa è cambiato per i calciatori, per le società ma anche per gli stessi tifosi, che adesso si trovano a vivere la loro passione in modo certamente diverso.

I tifosi ai tempi del Covid e del Green Pass

Per i tifosi, il primo grande colpo è arrivato con il lockdown e le prime fasi della pandemia, che hanno costretto alla chiusura degli stadi. Assistere ai match delle proprie squadre del cuore da lontano, guardando le partite in TV è stato per molti difficile da accettare ma fortunatamente si è trattato di un disagio durato poco.

Dopo una prima riapertura degli stadi al 50% infatti, di recente si è passati al 75% degli spettatori che possono assistere alle partite in presenza, a patto però che abbiano il Green Pass. La certificazione verde è infatti necessaria per poter accedere allo stadio ed è dunque indispensabile essere vaccinati o aver effettuato un tampone entro le 72 ore precedenti.

Qualcosa è cambiato, per i tifosi, anche a livello di pronostici e scommesse sportive. Gli appassionati sanno bene di dover interpretare in modo differente le quote per la Serie A di questi tempi, in quanto fino all’ingresso in campo dei calciatori nulla è certo.

Se infatti qualche punta dovesse essere trovata positiva al Covid, dovrebbe rispettare la quarantena e dunque saltare la partita, il che andrebbe inevitabilmente ad incidere sui risultati del match.

I calciatori di Serie A ai tempi del Covid e del Green Pass

Dal canto loro, anche i calciatori hanno dovuto affrontare non poche difficoltà negli ultimi anni. Da quando infatti è arrivata la pandemia nel nostro Paese, sono cambiate parecchie cose nel mondo del calcio e sono stati diversi i protocolli pubblicati di volta in volta dalla FIGC.

L’ultima novità in tal senso riguarda il Green Pass obbligatorio sul luogo di lavoro dal 15 ottobre: decisione del Governo italiano alla quale naturalmente si sono dovute adeguare anche le società calcistiche. Per i calciatori rimane libertà per quanto riguarda il vaccino: ognuno ha la facoltà di non farlo e infatti qualche caso di no-vax esiste anche nel mondo della Serie A.

Ad oggi le società italiane che possono contare sul 100% dei tesserati vaccinati sono 7 e tra queste troviamo anche l’Inter. Cosa accade però se un calciatore non vuole sottoporsi alla vaccinazione? Per poter partecipare agli allenamenti e naturalmente alle partite, è obbligato ad effettuare un tampone ogni 48 ore.

In caso contrario, rischia di essere sospeso. Il Green Pass è dunque arrivato a scombussolare anche il mondo calcistico e fino al 31 dicembre la situazione sembra rimarrà invariata.


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