Dead Rising 2: nuova storia, nuovo personaggio, nuova ambientazione e nuovi sviluppatori!
Di Luca GrassiaDead Rising, il noto gioco humor-horror torna con un sequel da farci accapponare la pelle! Stiamo parlando di Dead Rising 2. Noi lo chiamiamo sequel perché porta lo stesso nome del precedente titolo ma dobbiamo informarvi che con il gioco passato non ha molto a che fare (a parte la quantità sproporzionata di zombie che sembra sia addirittura triplicata!).
Sono cambiate parecchie cose rispetto al primo episodio: la città dove si svolge la nuova avventura horror, il nuovo personaggio centauro molto più sicuro del vecchio fotografo Frank West, le ambientazioni proposte e ciliegina sulla torta… gli sviluppatori! Infatti il precedente team di sviluppo di Dead Rising era lo stesso che si occupava della pubblicazione (parliamo di Capcom!), mentre nel nuovo gli sviluppatori sono quelli di Blue Castel Games.
La trama narra di Frank West che, non essendo riuscito a fermare il virus dei non-morti a Willamette, ha “permesso” l’espansione del malanno in altre città, tra cui Fortune City, che farà da sfondo all’avventura del nuovo capitolo di Dead Rising. Il gioco si pone a quattro anni dopo il disastro nel centro commerciale e durerà tre giorni all’interno della città della fortuna. Il nuovo eroe si chiamerà Chuck Greene, un motociclista/stuntman, che ha come scopo accumulare più soldi possibili per acquistare lo Zombrex, una medicina che ritarderebbe la trasformazione in Zombie e che permetterebbe alla propria figlia di restare ancora nel mondo dei vivi (purtroppo questo farmaco va iniettato ogni 24 ore quindi nel corso del gioco dovrete effettuare molte iniezioni); quindi da “stuntman-ammazza-zombie-in-TV” quali siete, sarete costretti alla notizia che la vostra città è stata invasa dai morti, a sopravvivere insieme a vostra figlia alle svariate ondate dei carnivori. Il gioco, nonostante le novità, mantiene quelle somiglianze con alcuni film di George Romero (primo tra tutti Zombie!), che ci hanno fatto innamorare del primo capitolo.
L’impatto con i morti fin dalle prime battute del gioco è molto drammatico. Lo scheletro del gameplay come nel vecchio episodio, è il tempo: infatti dovrete molto spesso fare i conti con questo nemico, oltre che agli ammassi di carne morta; la storia si suddivide in casi, alcuni primari e altri secondari, però viene mantenuto quello stato di libertà nel decidere quali siano fondamentali e quali no. Il personaggio di Chuck può, attraverso il ritrovamento di altri sopravvissuti, salire di esperienza, come se fosse un vero e proprio personaggio RPG (aumento di livello e allargamento delle proprie capacità personali).
Di armi avrete quelle che troverete nelle varie ambientazioni, e potrete come nel primo capitolo, interagire con circa 25.000 oggetti; avrete comunque anche la possibilità di fondere gli oggetti tra di loro e formare nuove armi per proseguire nel gioco (vi consigliamo di effettuare parecchi salvataggi per evitare di perdere tutto ciò che conquisterete).
Le dinamiche sono rimaste invariate: nei combattimenti sembra di affrontare un picchiaduro a scorrimento all’ennesima potenza; potrete come già detto interagire con tutti gli oggetti che troverete anche durante i combattimenti, rendendo la sfida ancora più innovativa. Però tenete d’occhio lo stato dei vostri oggetti d’attacco, perché questi tendono a disintegrarsi dopo un tot di colpi effettuati. Le armi semplici scelte varieranno da quelle assemblate ad altri oggetti e varieranno sugli effetti degli attacchi.
La modalità multigiocatore sebbene non fondamentale, comprende due sezioni: la modalità cooperativa, dove dovrete far fuori più morti possibili e la modalità mini-giochi, dove dovrete uccidere più zombie in varie competizioni: questo può portare ad allungare il divertimento per qualche ora in più massimo, ma non presenta nulla di nuovo.
Il motore grafico si presenta egregiamente anche quando mostra sullo schermo migliaia di mangiatori di carne (Capcom parlava in via promozionale di 7000 zombie in un’unica schermata: roba da matti!). Anche a livelli qualitativi, i morti reagiscono relativamente bene, grazie a modelli poligonali più avanzati e texture più curate. Il titolo detiene il record di più presenze su schermo in un gioco.
In definitiva Dead Rising 2 porta fondamentalmente la stessa giocabilità del primo capitolo, rischiando di cadere sul banale e di diventare ripetitivo, ma questo è il rischio che gli sviluppatori hanno preferito correre per non rischiare di rovinare lo spirito portato con il primo Dead Rising. I salvataggi all’interno dei bagni sono molto rischiosi: infatti per effettuare un salvataggio dovrete vedervela prima con tutti i non-morti presenti nella stanza, correndo il pericolo di morire davanti all’arcaica sala salvataggio: non sarebbe il colmo? Il titolo può essere sicuramente considerato un ampliamento del primo, a partire dalla nuova veste grafica, fino ad arrivare all’ampiezza della zona di gioco, anche se è un gioco lineare alla fine. I caricamenti lunghi stancano e portano alla frustrazione però si possono sorvolare tranquillamente, notando i fantastici pregi di questo titolo.
Il voto? Un otto e mezzo su dieci. Da provare assolutamente se non avete ancora provato il primo, se no partite tranquillamente dall’inizio, apprezzerete in maniera diversa il secondo quando lo proverete.
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