Far Cry 3: cosa aspettarsi da Ubisoft Montreal?

Nel bene e nel male i due precedenti capitoli di Far Cry hanno fatto la storia di certo FPS, e anche il tanto discusso secondo episodio, quello del passaggio da Crytek a Ubisoft, pur con alcuni evidenti difetti quali una certa monotonia e una inefficacia di molti ambienti si è rivelato uno sparatutto suggestivo che richiede una certa dose di riflessione prima di agire, fatto tutto sommato abbastanza raro in un panorama di giochi che richiedono solo cariche a testa bassa, forza bruta e sparare il più velocemente possibile a qualsiasi cosa ci si pari davanti.

Ed ecco quindi che con sorprendente puntualità (il primo era uscito nel 2004, il secondo nel 2008 e questo terzo capitolo uscirà nel 2012, sempre quattro anni di intervallo) Far Cry torna a intrattenerci con il suo open world ricco di fascino che questa volta catapulterà il vostro personaggio (Jason Brody, un semplice turista) nel mezzo di uno scontro fra gruppi criminali in un arcipelago tropicale.

Parecchie le novità per quanto riguarda il gameplay e sono da nominare almeno il combattimento, reso molto più ricco di soluzioni di ogni tipo; il fatto che parecchie quest si dovranno risolvere in modo alternativo senza sparare un colpo e l’accresciuta importanza dell’ambiente e delle sue risorse.

Non è ancora possibile comprendere l’impatto definitivo, ma alcune azioni come il cacciare animali o raccogliere vegetali potrebbero influenzare la crescita del personaggio. Quel che si spera sopra ogni altra cosa è che a Ubisoft Montreal si siano concentrati su quel che non ha funzionato nel secondo: ambienti piuttosto monotoni e intelligenza artificiale non certo da urlo. Se questi due difetti sono scomparsi, è lecito aspettarsi un FPS alternativo e superiore alla media.

In uscita a inizio settembre per PC, PS3 e Xbox 360.