Haunted House: riesumare vecchi giochi non sempre porta a buoni risultati
Di Luca GrassiaSeriamente: quanti nostalgici dell’Atari 2600 si ricordano di un titolo chiamato Haunted House? Se potessimo contare chi avrebbe risposto “io!”, probabilmente li avremmo contati su un palmo della mano. Il titolo è del 1981 e il suo fascino non avendo avuto eredi, si è spento col passare del tempo. La sua bellezza era data dallo scopo del gioco: infatti in questo adventure, bisognava esplorare stanze buie di una casa stregata e piena zeppa di fantasmi. Il team attuale, l’ImaginEngine, non se le sentita di stravolgere il gioco con un nuovo gameplay e così è stato mantenuto quello del titolo originale, mossa che non è stata particolarmente saggia.
Lo storyline è presente rispetto al titolo originale, anche se sempre molto esile; il giocatore si troverà a vestire i panni di Jacob o Silvia, che decidono di visitare la Graves Mansion, luogo in cui è deceduto il loro amato nonno. Il gameplay non cambia a seconda del personaggio scelto per l’avventura e la trama si perde dopo pochi minuti di gioco, accompagnata da cutscenes che rappresentano dei frammenti della storia. Purtroppo a questo titolo, manca una vera e propria personalità.
Graficamente, la telecamera, è impostata a “volo d’uccello” (e ciò influisce sulla spettacolarità del prodotto) e il fattore del riciclo delle ambientazioni, porta velocemente alla frustrazione. I modelli poligonali dei personaggi sono di basso rilievo, quasi quadrati e appena appena sufficienti; discreti invece, i colpi di luce che migliorano la situazione grafica, anche se per la bassa definizione della console Nintendo, non vengono esaltati come dovrebbero. Il sonoro – grazie a un doppiaggio molto buono, effetti sonori azzeccati al momento giusto e melodie che rendono giustizia al gioco, risolleva il titolo, anche se a lungo andare diventano molto ripetitivi.
Quindi dopo la mediocre presentazione del gioco, veniamo catapultati nel vivo dell’azione, dove ci accorgiamo che Hunted House, fallisce anche sotto il profilo del gameplay, rendendolo un gioco non adatto ad un pubblico troppo giovane. Purtroppo il remake sbarcato su Wii e scarno di elementi e di contenuti importanti o di fondamentali cambiamenti rispetto al titolo originale. I livelli di sfida rasentano lo zero e sono accompagnati dalla totale mancanza di suspence, sia nel perlustrare la casa, sia nell’incontrare fantasmi. L’estrema limitatezza in un gioco simile, porta il gioco in un baratro da cui è difficile risalire: tutto ciò che saremo chiamati a fare nella breve modalità in single player, sarà visitare le stanze, rovistare tra cassetti e librerie, evitare i nemici e trovare trofei (da inserire in un’insulsa bacheca) che permettano di farci luce in questo inferno di buio; vecchi enigmi come “tira la leva-si apre la porta segreta”, non aiutano per niente questo gameplay quasi assente.
Tutto è talmente piatto e insulso, che perfino la modalità cooperativa a due giocatori, non risolleva le sorti del game: là dove si poteva creare una modalità veramente fatta come si deve, ImaginEngine ha fallito pesantemente. Una modalità sbloccabile extra, avrebbe dato un sapore diverso a questo adventure sotto il profilo del replay value ma purtroppo manca anche questa. Insomma: dopo quelle poche ore che servono per completare Hunted House, non c’è nemmeno un premio che giustifichi tale disperdio di tempo, nel quale verrete assaliti soltanto da monotonia e noia.
Concludendo, questo è un titolo che poteva essere sfruttato in maniera migliore sicuramente: è un gioco povero di idee nuove e tecnicamente mal realizzato. A confronto con altri titoli disponibili per Wii, questo titolo impallidisce e non fa nulla per lottare. Se volete provatelo, ma per noi non raggiunge la sufficienza.
Luca Grassia
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