I videogame usati come strumento per migliorare le tattiche dell’FBI!

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In una singolare intervista a Randy Pargman, agente dell’accademia dell’FBI di Quantico (Virginia), i reporter di Gamespot hanno scoperto in che modo i videogiochi possono essere utili agli agenti per investigare meglio sulla scena del crimine e per pianificare meglio la tattica di arresto dei malviventi.

Le reclute vengono munite di un PC e di controller Xbox 360 e invitate a giocare a un videogioco. L’obiettivo dello strumento didattico è insegnare agli agenti in erba a pianificare e portare a termine con successo un arresto non violento dei malviventi. Per esempio, potrebbe inizialmente trattarsi di impersonare un agente che si dirige verso un non meglio identificato motel e inizia a interagire con alcuni personaggi: l’addetto alla reception, una signora delle pulizie, un passante. Al fine di recuperare più informazioni possibile sulla persona sospettata di un reato prima di procedere al suo arresto. A quel punto occorre pianificare la strategia di arresto, sorvegliando le possibili vie di fuga, munendosi delle armi adatte e dando ordini ad altri colleghi di bloccare le uscite e le scale. Quando tutto sarà pronto, l’istruttore procede con la simulazione di arresto – con estrema attenzione a non contaminare le prove presenti sul luogo che saranno importanti per la polizia scientifica.

Al momento le simulazioni interattive e i giochi costituiscono fino al 10% del programma di addestramento settimanale, ma il progetto è di aumentare il numero di ore dedicate a questo tipo di formazione. La maggior parte degli aspiranti agenti federali hanno già dimestichezza con le console, ma anche coloro che non le conoscono finiscono per amarle.

Le simulazioni costituiscono una sorta di passaggio dalla fase teorica alla pratica, che viene svolta in una città finta con tanto di edifici e strutture capaci di ospitare quasi qualunque tipo di situazione della vita reale. Ma l’uso dei videogiochi permette di ampliare il numero degli ambienti in cui studiare la tattica di azione.

I giochi utilizzati sono stati sviluppati ad hoc. Per questo grande attenzione è riservata alla scelta delle armi corrette: non si tratta dei cinque o sei tipi di pistole usate negli sparatutto in prima persona, tantomeno di granate e lanciamissili, bensì delle armi che avranno realmente a disposizione nella loro professione.

La simulazione è sempre seguita da una discussione critica con il resto dei gruppo che metta in luce gli aspetti deboli del progetto (visibile anche da angolazioni differenti), con esercitazioni pratiche su quelli che si sono rivelati degli errori da non ripetere. Ai tirocinanti piace molto vedere l’azione con gli occhi del criminale e vedere ciò che egli vede nel momento in cui viene arrestato. Punto di vista che spesso mette anche in luce se tutte le vie di fuga sono state prese in considerazione e opportunamente bloccate.

Oltre a migliorare sensibilmente la velocità dei riflessi, questo tipo di training sembra avere un altro beneficio di tipo psicologico: la simulazione riduce notevolmente i livelli di stress che derivano dalle azioni fisiche nella città finta di cui parlavamo sopra. Fino a quando non si scende davvero sulle strade degli Stati Uniti e non si iniziano le sparatorie dove scorre sangue vero…


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