Il mercato dell’usato danneggia davvero le console?
Di Elvezio SciallisUno fra gli argomenti più presenti nelle recenti discussioni sul futuro dei videogame è il fatto che i giochi usati stanno danneggiando seriamente l’industria e che bisognerebbe trovare una soluzione a questa situazione.
Come abbiamo già scritto altre volte, in un futuro non facile da prevedere e ricco di possibili evoluzioni positive per l’arte videoludica, le grandi compagnie stanno facendo una figura più meschina del solito diventando sempre più aggressive nelle loro politiche di mercato.
Eccovi alcune dichiarazioni sparse rilasciate da importanti protagonisti dell’industria, tutte convergenti verso un violento attacco nei confronti del mercato dell’usato.
Jameson Durall (design director di Volition): “L’industria potrebbe crollare per colpa del mercato dell’usato, una nuova generazione di console in grado di bloccare giochi di seconda mano sarebbe fantastica”.
Denis Dyack (fondatore di Silicon Knights): “Le vendite dell’usato stanno cannibalizzando l’intero mercato e se continua così non ci sarà più un’industria”.
Rasmus Hoejengaard (Crytek): “Da una prospettiva finanziaria, delle nuove console che bloccano l’usato sarebbero stupende”.
Ma è davvero così?
Gamespot ha pubblicato un ottimo articolo che illustra come in realtà le vendite dell’usato, guardando ai dati forniti dal principale punto di riferimento nel settore, ovvero la catena GameStop, non siano cresciute in modo significativo negli ultimi nove anni, passando da un 21.9% a un 27.4% nell’intervallo 2002-2011.
La cosa che invece è cambiata è l’aggressività e l’avidità degli operatori del settore che se dieci anni fa non avevano i mezzi tecnici per far nulla contro le copie usate ora invece possono, tramite il downloading digitale e le richieste di strani balzelli online per poter giocare, condizionare anche questa ultima, piccola fetta di mercato e giungere al colmo di trarre un secondo guadagno da una copia già venduta in precedenza.
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