La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra – la polemica sulle microtransazioni

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La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra è sicuramente il sequel più atteso di quest’anno (in uscita su PC, Xbox One e PS4.) Tre anni dopo l’uscita de L’Ombra di Mordor, il nuovo capitolo ci riporta nell’universo di Tolkien, con un’avventura che si preannuncia epica e ricca di colpi di scena. Warner Bros e gli sviluppatori di Monolith hanno infatti alzato l’asticella delle loro ambizioni e dopo il, per certi versi inatteso, successo del primo episodio puntano a offrire un’esperienza ancora più libera e cinematografica. Per farlo si sono in parte rivolti proprio al cinema e ai film realizzati da Peter Jackson, riproponendo alcuni topos ricorrenti e anche alcune tematiche. Non mancano poi delle scelte coraggiose, che mirano a creare un mondo vario, ricco e coinvolgente.

Andrebbe tutto bene se non fosse nata l’accusa riguardante le microtransazioni che permettono un accesso più rapido a contenuti bloccati: il gioco sarebbe stato alterato per includerle. Sta di fatto che per vedere il finale reale bisogna passare decine di ore a compiere azioni estremamente ripetitive nell’ultimo capitolo. Mentre invece, con una carta di credito vi si arriva molto rapidamente (senza quella parte il gioco si concluderebbe in circa 15 ore, mentre con il grinding finale se ne aggiungono 40 o 50). L’accusa è dunque questa per la precisione: la sezione finale del gioco è stata consciamente dilatata all’inverosimile e resa noiosa in modo da indurre i gamer a spendere altro denaro.


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