Master Spy: un tuffo nel passato
Di Elvezio SciallisSono moltissimi i videogiochi indie che pescano a piene mani nel passato, negli anni Novanta e anche più indietro, negli Ottanta, e fra questi i platform rappresentano una grande fetta del totale.
Ma persino tenendo conto dell’agguerrita concorrenza, pochi titoli riescono a ricreare l’atmosfera dei vecchi platform come sembra fare Master Spy.
Creato da Turbogun con l’apporto di Sferro alle musiche, Master Spy vi mette (è proprio il caso di dirlo) negli abiti di una spia che, dotata del prototipo di un vestito che rende invisibili, dovrà penetrare nella sede di una multinazionale, svelando vari misteri e cospirazioni mentre procede di quadro in quadro.
Stupenda grafica (pixelata a dovere), gran uso di synth nella colonna sonora e il twist della funzione stealth all’interno del più classico schema platform: questo e poco altro per un gioco che, almeno a giudicare dal demo, è tutto sommato difficile: mi sono trovato molte volte a pigiare restart e per me questo è quasi sempre un dato positivo.
Master Spy si trova nel tipico limbo di vari altri titoli simili: gli sviluppatori mettono a disposizione gratuitamente una demo (giocabile direttamente su browser) per spingere i vari giocatori occasionali a meglio apprezzare il gioco e quindi votarlo su Steam Greenlight, soglia che spesso decide il successo di una iniziativa indie.
Come al solito: link al sito ufficiale, alla pagina Greenlight e video di presentazione…
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