Silent Enemy contro il bullismo

L’importanza di certe esperienze videoludiche, già grande quando le si vive in sé, diventa ancora più significativa quando le si pensa all’interno della media delle uscite, specie per quanto riguarda le major, affollate di simboli sessisti e modalità scarse e monotematiche di risoluzione dei problemi, di solito attraverso le armi e l’uccisione del “nemico”.

Chiunque abbia giocato a Papo & Yo (e anzi, crediamo basti anche solo guardare qualche filmato) avrà ben capito che Minority non è interessata a produrre giochi “normali” e se con il suo precedente titolo ci ha insegnato una splendida lezione di empatia, apertura e curiosità nei confronti del prossimo (senza contare il sottotesto degli abusi su minori), ecco che con Silent Enemy la software house di Montreal conferma il suo interesse verso le emozioni e verso le soluzioni di tipo alternativo, con un gioco che si propone di parlarci di bullismo.

E come accaduto con Papo & Yo, creato da uno sviluppatore che ha vissuto durante la sua infanzia determinati problemi poi narrati nel gioco, così accadrà anche con Silent Enemy, che miscela bullismo e cultura indiana (in questo caso dei Cree del Quebec Settentrionale) in una avventura in bilico fra realtà e fantasia, ideata e programmata da un Cree e da un gruppo di persone che, come potete vedere dal video, sono state vittima di bullismo in gioventù.

Ecco quindi che il delicato e fiabesco mondo del protagonista, pieno di natura e magia, correrà seri rischi quando arriveranno i prepotenti a rovinare tutto il divertimento dell’esplorazione.
Ma, per fortuna, non si tratta di qualche tipo di videogioco dove il ragazzino di turno, una volta acquisiti i giusti poteri, si vendica con forza e violenza (sarebbe un fallimento disastroso): i bulli sono comunque inaffrontabili sul piano fisico e bisognerà pensare a qualche altro tipo di soluzione.

Silent Enemy, oltre che per mobile e OUYA, sarà disponibile anche su PC, vi lascio al teaser.