Tangiers: nasconditi, uccidi, rimodella la realtà…
Di Elvezio SciallisQuando si scrivono notizie riguardanti videogiochi indipendenti, dopo qualche tempo ci si accorge di aver visionato parecchi titoli strani e ogni sorta di progetti pieni di idee inusuali, ma fino a questo punto non avevo mai visto qualcosa come questo Tangiers.
Creato da Alex Harvey che, leggo, fino a un anno fa non sapeva poi molto di programmazione, Tangiers è un gioco difficilmente descrivibile anche se nella sua essenza suppongo che appartenga al sottogenere stealth.
Vi svegliate in un mondo che viene generato proceduralmente ma ha dei punti fissi, un mondo che si sgretola lentamente sotto i vostri occhi, una serie di paesaggi entropici e densi di ombre, città quasi deserte, vicoli tenebrosi, piazze surreali.
E l’unica cosa che avete in partenza è un foglio con una lista di sei nomi, persone sparse per il mondo che dovrete sequestrare e quindi uccidere.
Partendo da questa lista vi muoverete in giro per le città accorgendovi ben presto che le vostre azioni modificano l’ambiente circostante in maniera decisiva.
Se uccidete troppe persone a caso un molo può svanire, ingolfato dalle acque, o due edifici riavvicinarsi facendo svanire un vicolo, le case si abbassano o si alzano o ancora si fondono fra loro, proprio come nella tecnica del cut up – fold in tanto cara a William Burroughs, il nume tutelare e musa ispiratrice del programmatore.
È sorprendente come, partito senza nessuna conoscenza informatica e con i soli Unity e Antares Universe, questo ragazzo sia già riuscito a fare così tanto nel tempo libero. E ora evidentemente Tangiers deve essere diventato un progetto serio perché Harvey ha mollato il lavoro per dedicarsi completamente alla sua creatura.
Probabilmente partirà con qualche raccolta di fondi, per ora non è ben chiaro, di sicuro i nomi di riferimento che potete leggere nella presentazione sul suo sito ufficiale sono insieme intriganti e molto ambiziosi: Artaud, Throbbing Gristle, Dadaismo, David Lynch e, appunto William Burroughs.
Noi gli facciamo i nostri auguri perché merita avendo avuto il coraggio di pensare a qualcosa di nuovo e vi lasciamo con i filmati di Tangiers.
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