Touchmaster 4: Connect: i puzzle touch reggono nel 2011? Diamo un’occhiata
Di Luca GrassiaLa Warner Bros (sì, quella dei cartoni animati!), ha preso in mano i diritti per Touchmaster 4: Connect, il nuovo puzzle game touch, che deve le sue origini alle macchinette anni ’80 da sala giochi; prima di arrivare però alla Warner, del titolo si occupava la ormai storica casa videoludica Midway, che aveva reso un capolavoro questo titolo. Sbarcato poi su DS, il gioco aveva dovuto collaborare con la natura touch della console portatile Nintendo, apparendo agli occhi dei giocatori molto semplice e naturale e ciò gli permise di vendere ben oltre un milione di cartucce in due sequel.
La sostanza è rimasta invariata: 20 minigiochi come i precedenti titoli, divisi in 4 categorie (strategia, azione, puzzle e carte). Alcuni minigame sono ripescati dal passato e mantengono lo stile originale della serie, mentre per quanto riguarda le rielaborazioni, nel gioco sono presenti anche minigiochi rivisitati, tratti da titoli rivali, ovvero cambiano magari i nomi dei minigame ma rimangono in sostanza quelli conosciuti da tutti come il tris che qui viene chiamato Pharaon 9. Molti titoli vanno segnalati perché riprendono proprio i classici della storia dei videogiochi o caratteristiche di alcuni titoli che ci hanno fatto sognare: e qui ci vorremmo soffermare a ricordare un classico come Super Mario 64, dove era presente un minigioco in cui bisognava toccare il nostro idraulico per mantenerlo nell’area di gioco; ecco, Tricky Fish riprende le stesse dinamiche di quel Super Mario.
Ma basta rimpiangere il passato e andiamo avanti con la nostra recensione: parlando della realizzazione tecnica del gioco, questa risulta piuttosto costante e i controlli ben reattivi, senza contare i concept creati in maniera favolosa. Non possiamo esprimere purtroppo un vero e proprio giudizio, anche perché i minigiochi sono diversi e il loro voto dipende dai gusti personali del giocatore, anche se con una ventina di minigame, sarà dura non trovarne alcuni carini da rigiocare. Qualunque giochino deciderete di provare, questo sarà a tempo limitato e non vi permetterà di raggiungere livelli di bravura altissimi; questo forse migliorerà l’aspetto online del gioco (già presente nei titoli passati), ma fa sentire parecchio la mancanza di una modalità “libera” che avrebbe di certo aiutato la longevità in generale. Le spiegazioni fornite prima di ogni partita, sono molto ridotte all’osso, rispetto alle istruzioni dettate nel libretto e questo influisce sulla natura immediata del gioco.
Pensiamo anche che la componente multiplayer sia stata sfruttata in maniera sbagliata: solo tre giochi permettono agli utenti, l’utilizzo della propria console, negli altri invece, ci sarà da alternare i comandi attraverso una serie di turni: imperdonabile un errore così in questo genere di giochi. La parola “Connect” tratta dal titolo, non si ricollega al fattore del multiplayer quindi, ma alla possibilità di collegare i propri profili di Facebook e di Twitter al sito ufficiale del gioco, in modo da pubblicare in tempo reale i propri punteggi ottenuti. Un’opzione un po’ scarsa, che crediamo non influirà più di tanto sull’appeal della cartuccia. Anche se dobbiamo rivelarvi alcuni particolari: ci sarà la possibilità di sbloccare determinati trofei e foto scattate da voi per personalizzare il vostro profilo personale.
Note tecniche sull’audio e sull’interfaccia: sembrano funzionare perfettamente e non hanno dimostrato particolari punti negativi. La grafica colorata e leggera e adattissima al genere, anche se alcuni giocatori potrebbero storcere il naso davanti a tanta semplicità grafica.
Non ve lo sconsigliamo a prescindere, anche visto magari il prezzo a cui viene venduto sul mercato. La domanda però che c’è da porsi è questa: conviene avere nella propria libreria DS, un titolo che presenta il minimo sindacale per sopravvivere nel terribile mercato dei videogiochi? I puristi del genere lo adoreranno, gli altri potrebbero rimanere delusi, soprattutto se hanno già provato titolo analoghi più completi di questo. Insomma la sufficienza c’è. E la vostra decisione qual è?
Luca Grassia
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